Associazione Italiana Sommeliers
Delegazione di Cremona

DEGUSTAZIONE:
"L'Aglianico"

Con Daniel Thomases

21 aprile 2006

Albergo "Ponte di Rialto" - Crema

L'ormai abituale incontro, organizzato dalla delegazione di Cremona, con Daniel Thomases è sicuramente uno degli eventi più prestigiosi della stagione, sicuramente e soprattutto per la caratura del personaggio, ma anche il livello dei vini in degustazione.

La simpatia, il prestigio e la competenza di Daniel Thomases hanno fatto ancora una volta il pieno.

La sala del "Ponte di Rialto" scoppiava di gente, nonostante il ponte del venticinque aprile fosse al via.

Come è stato sottolineato più volte nel corso della serata, anche da Daniel Thomases, solo dieci anni fa era impensabile progettare una serata come questa.

L'aglianico, il cui nome riporta ad antiche origini greche (volgarizzazione spagnola di hellenico), come molti altri vini del nostro meridione, era utilizzato in prevalenza come vino da taglio.

Da dieci anni a questa parte la viti-vinicultura al sud ha fatto passi da gigante tant'è che per il prossimo anno, la nostra delegata provinciale, Delfina Piana, ha strappato la promessa a Daniel Thomases, di una degustazione di prodotti a base di uva di troia.

Torniamo però all'aglianico.

Le zone dove è maggiormente diffuso sono la Campania, la Basilicata, il nord della Puglia, il Molise e il sud dell'Abruzzo.

Da quest'uva nascono vini come la DOCG Taurasi e l'Aglianico del Vulture. Viene vendemmiata tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre.

Una maturazione lentissima (è l'ultima uva ad essere raccolta in tutta Europa) che sembra non arrivare mai.

È un uva non particolarmente ricca di zuccheri, ma che dà origine a vini potenti, dotati di grande estratto e concentrazione.

Nelle zone più vocate, come quella del Taurasi, dove i vigneti sono ad un'altezza di circa 500/600 metri e l'escursione termica tra notte e giorno è notevole anche d'estate, questi vini sono anche particolarmente ricchi di profumi ed aromi.

Ma veniamo ai vini in degustazione:

Azienda Agricola Macarico
Macarì
2003
DOC Aglianico del Vulture
Aglianico 100%
Gradazione Alcolica: 13%

Delle due versioni di aglianico prodotte dall'azienda questa è quella meno strutturata.

Siamo, come sottolinea Daniel Thomases, in una delle zone più vocate per l'aglianico e il prodotto è sicuramente all'altezza.

Vinificato in acciaio e maturato parte in acciaio e parte barriques si presenta nonostante la giovane età, già pronto anche se può concedersi tranquillamente altri quattro o cinque anni di riposo in cantina.

Sentori di frutti a bacca rossa, roccia vulcanica, zolfo e note speziate.


Azienda Vitivinicola Salvatore Molettieri
Cinque Querce
2003
Irpinia IGT Aglianico
Aglianico 100%
Gradazione Alcolica: 14%

Qui siamo nella zona del Taurasi dove nascono gli aglianico più concentrati, potenti, longevi e strutturati.

L'impatto al naso è a dir poco entusiasmante: note speziate (soprattutto spezie dolci), lampone, borotalco, caramella mou; c'è di tutto.

Ripreso più avanti, sul finire della degustazione, lo ritroviamo un po' più spento, ma come dice Daniel Thomases ci troviamo davanti ad uno dei vini più interessanti in Italia.

Ottimo il rapporto qualità/prezzo.

Azienda Agricola Mila Vuolo
Aglianico
2003
IGT Colli di Salerno
Aglianico 100%
Gradazione Alcolica: 14,5%

Vino vigoroso, caldo ma ben bilanciato dalla freschezza e dal frutto; tannini vellutati, setosi; al palato frutta rossa e cioccolato, regalo quest'ultimo delle barriques nuove dove ha riposato per l'affinamento.

Cantina del Taburno
Bue Apis
2003
Aglianico 100%
DOC Aglianico del Taburno
Gradazione Alcolica: 13,5%

Ci troviamo di fronte ad una cantina sociale di ottimo livello e come sottolinea Daniel Thomases, molto professionale; siamo in provincia di Benevento, zona importante più dal punto di vista quantitativo che qualitativo.

In ogni caso il Bue Apis è quello che si può definire un buon lavoro, in una annata sicuramente non facile come il duemilatre.

Vino importante con grande concentrazione, ricco di tannini ancora un po' duri.

Sentori di menta, erbe aromatiche, macchia mediterranea.

Meglio lasciarlo riposare altri due o tre anni.

Tormaresca
Bocca di Lupo
2002
DOC Castel del Monte
Aglianico 90%, Cabernet Sauvignon 10%
Gradazione Alcolica: 13,5

Dietro Tormaresca c'è la famiglia Antinori.

Quello proposto è l'unico vino della serata a non vedere l'aglianico vinificato in purezza.

Nonostante l'annata difficile il risultato è davvero eccellente.

Grande speziatura, bel fruttato; uso sapiente di un legno, parole di Daniel Thomases, di qualità impeccabile.

Profondità, potenza e un tannino con una trama molto fitta.

Portate pazienza, è necessario aspettarlo ancora un po'.

Di Majo Norante
Contado
2003
Aglianico del Molise
Aglianico 100%
Gradazione Alcolica: 13,5%

Ci viene segnalato dal nostro relatore che questa è l'unica azienda degna di nota nel Molise, almeno per quanto riguarda l'aglianico.

Imbottigliato di recente risulta ancora un po' chiuso e scontroso.

In questo vino ritroviamo le erbe aromatiche e la macchia mediterranea, ma anche note di terreno vulcanico e peperone.

Molto potente ed intenso.

Paternoster
Don Anselmo
2001
DOC Aglianico del Vulture
Aglianico 100%
Gradazione Alcolica: 14%

Qui sicuramente siamo ai vertici della categoria.

Affinato parte in botte grande, parte in barriques, combinazione di tradizione e modernità, è sicuramente l'espressione più classica della zona d'origine, il Vulture.

Merito anche della grande annata, ci troviamo nel bicchiere un vino straordinario.

Ha tutto: potenza, complessità, dolcezza, tannini vellutati. Al naso e al palato spiccano note di erbe aromatiche, roccia vulcanica, cuoio, selvaggina.

Un vino molto longevo da riprovare anche tra 20/25 anni. Chapeau.

 

Feudi di San Gregorio
Serpico
2003
Irpinia IGT Aglianico
Aglianico 100%
Gradazione Alcolica 13,5

Un altro fuoriclasse, ma con un taglio più moderno ed internazionale.

Siamo nella zona del Taurasi e rispetto al precedente vino, troviamo maggiore concentrazione e ricchezza di estratto.

Bello e potente l'impatto aromatico, soprattutto speziatura.

Anche in questo caso ci troviamo davanti ad un vino molto longevo.

Come ogni volta le degustazioni guidate da Daniel Thomases sono un grande evento.

Come ha sottolineato il presidente regionale Luca Bandirali, Daniel ha un'ottima capacità espositiva e ha il pregio di semplificare i concetti.

La sala del "Ponte di Rialto", come già detto, era gremita fino all'inverosimile di pubblico, tanto da creare un po' di apprensione dal punto di vista organizzativo.

Tutto però è andato come sempre per il meglio, grazie alla professionalità indiscussa dei sommelier in servizio.

Un altro bel colpo messo a segno dalla delegazione di Cremona che ci ha da tempo abituato a degustazioni di altissimo livello.

 

Marco Morlotti

 


 

Pagina precedente