Associazione Italiana Sommeliers
Delegazione di Cremona

Gita nel cuore delle Langhe

22, 23 e 24 maggio 2005

Tra colline e cantine mozzafiato.

Langhe: terra di grandi vini, di noccioleti e del tartufo, è stata la meta della gita annuale della nostra Delegazione. Alcuni scrittori come Pavese, Fenoglio, Revelli, Soldati le hanno immortalate in alcune pagine della letteratura italiana, in particolare ci sono alcune righe di Mario Soldati nel suo libro Vino al Vino che mi sono piaciute e che vi ripeterò:

" …sento che c'è un rapporto misterioso tra le Alpi e le vigne. La freschezza di quell'incorrotta atmosfera che i venti di marzo ed aprile trasferiscono sulle Langhe e sul Monferrato deve per forza influire sulla crescita della vite, poi sulla maturazione dell'uva, infine sull'aroma del vino…
Mi guardo intorno, cerco di immaginarmi le vigne durante la vendemmia, ma la bellezza del paesaggio mi distrae…
Dico ad Oddero che non ho mai visto vigne in una posizione così meravigliosa…"

Così Soldati elogia la cantina Oddero e proprio a questa cantina è stata la nostra prima visita.


L'azienda è stata fondata nel 1878 dal bisnonno Lorenzo degli attuali proprietari, i fratelli Luigi e Giacomo che conducono l'azienda insieme ai figli tra cui Cristina che ci ha accolti.

I loro vigneti sono distribuiti fra i comuni di La Morra, Serralunga d'Alba, Castiglione Falletto, Monforte d'Alba e alcuni tra i più bei "sorì" sono Vigna Rionda, Mondoca di Bussia Soprana, Rocche dei Rivera, Collaretto, Bricco Chiesa, Le Rive.

Proprio in quest'ultimo vigneto siamo stati con Cristina dove ci ha spiegato la loro filosofia aziendale, i sistemi di allevamento e di potatura, le pratiche di vinificazione e di cantina adottate.

Particolarità di questo vigneto è una bella specula che emerge e che fu ideata dal precedente proprietario, Cav. Luigi Parà, da cui poteva controllare l'operato dei suoi vignaioli e impartire facilmente disposizioni.

In cantina abbiamo assaggiato campioni prelevati dalla botte di Barbera d'Alba 2004, Dolcetto d'Alba 2004, Barolo Rocche dei Rivera 2004, Barolo Collaretto 2004.
Inoltre al buffet di mezzogiorno abbiamo assaggiato Vigna Rionda 98-99, Vigna Mondoca di Bussia Soprana 96-98-99-200-2001.


Il pomeriggio ci trasferiamo nella zona viticola del Roero a sinistra del fiume Tanaro, esattamente a Canale d'Alba, alla cantina di Giacomo Vico, quasi nel centro storico del paese. La cantina fu fondata agli inizi del 1890 dal bisnonno Giacomo e poi interrotta alla sua morte nel 1954 poiché il figlio Dario aveva un'altra passione: i motori e le automobili. L'azienda, spiega Alessandro, nipote di Dario, venne affittata e continuò a vinificare con un altro marchio finché agli inizi degli anni 90 la famiglia Vico riprende l'attività.

Animata dallo stesso spirito del fondatore ristruttura sia i locali che le attrezzature secondo le moderne tecnologie puntando esclusivamente su prodotti di qualità. I vini degustati sono stati
Langhe Favorita 2003, Roero Arneis 2003, Roero Superiore 2001 affinato un anno in botte e un anno e mezzo in bottiglia.

Altri vini prodotti da questa azienda sono la Barbera d'Alba, Nebbiolo d'Alba, e un vino da dessert chiamato Birbet a base di brachetto.


La sera cena al ristorante "All'Enoteca" presso l'Enoteca Regionale del Roero che ha sede in un palazzo del 1800 accuratamente ristrutturato a Canale d'Alba.

Il ristorante è condotto dal 1995 da Davide Palluda che è stato giudicato cuoco giovane dell'anno 2000 dalla guida Espresso e insignito della stella Michelin.

La cucina è innovativa ma allo stesso tempo territoriale senza restare imprigionata nella retorica della tradizione.
Il menù:
ANTIPASTI: lumaca fritta, vitello tonnato con salsa di capperi e acciughe, frittellina di rossetti, baci di dama al gorgonzola, gelatina di melone con fegato grasso d'oca, baccalà marinato con profumi diversi con salsina al pomodoro al peperone giallo e salsina verde. Vino abbinato: Roero Arneis 2004 Azienda Correggia.
PRIMI PIATTI: Lasagne di verdure (pomodoro zucchine melanzane) e burrata con pesto leggero e salsa di pomodoro; ravioli di anatra con tortelli di cipolla rossa candita. Vino abbinato: Barbera d'Alba superiore 2001 San Michele dell'azienda Malvirà.
SECONDI PIATTI: Capretto arrosto profumato alla salvia servito su una torta di patata con ciliegia marasca; costolette in crosta di semolino. Vino abbinato: Roero Valmaggiore 1999 dell'azienda Cascina Chicco.
DESSERT. Mousse allo yogurt con fragola e liquirizia e gelatina di menta, crostatina di cioccolato amaro con spuma di latte. Vino abbinato: Barolo chinato dell'azienda Marcarini.



La mattina dopo visita alla cantina Voerzio di La Morra. Roberto Voerzio da quindici anni firma vini d'arte prodotti in pochissime bottiglie.

E' un produttore simpatico e dal suo sguardo e dal modo di parlare traspare subito la passione che ha per la terra e per le sue vigne e lo spirito quasi maniacale nella ricerca della qualità assoluta. Siamo stati in vigna e ha spiegato la selezione che opera in campo, le scelte in base al terreno, all'esposizione, alle potature, ai ceppi per ettaro, ai grappoli per pianta, alle rese basse e per avere questo non bisogna aver paura di tagliare e diradare.

In alcuni vigneti, spiega Davide, collaboratore di Roberto, si produce 1 Kg di uva per pianta pari ad una bottiglia per pianta, in altri vigneti ½ Kg di uva per pianta, quindi una bottiglia ogni due piante: solo così si può avere il succo migliore.

E' una scelta coraggiosa che evidentemente ha un costo e questo spiega il prezzo delle bottiglie. Nella vinificazione e per le pratiche di cantina, Voerzio, segue le regole della semplicità, della naturalità, del rispetto del frutto raccolto: niente lieviti selezionati, niente additivi per aiutare la fermentazione, solforosa ridotta al minimo. Queste regole "naturali" sono seguite con rigore e se l'annata non è stata favorevole o qualcosa in vinificazione ha creato problemi, Voerzio rinuncia all'uscita del vino pur di rispettare le proprie convinzioni.

In cantina abbiamo assaggiato dei campioni prelevati dalla botte di Barolo Cerequio 2003, Barolo Brunate 2003, Barolo Rocche dell'Annunziata 2003.

In degustazione c'erano anche Barbera d'Alba Pozzo dell'Annunziata 2001, Barolo La Serra 2000, Barolo Cerequio 1999.



Dopo Voerzio tappa all'azienda Sandrone a Barolo.

La nuova cantina sorge ai piedi della collina Cannubi, la più prestigiosa dell'intera area del Barolo, ed è ancora in fase di costruzione.

I vigneti sono dislocati nei comuni di Barolo, Manforte d'Alba, Novello e Vezza d'Alba. La prima vendemmia dei fratelli Sandrone, Luciano e Luca, è stata nel 1978.

Anche per questa azienda la qualità ha la precedenza assoluta. Caratteristica della vinificazione è che ciascun vigneto è vendemmiato e vinificato separatamente e l'eventuale assemblaggio avviene quando ciascun vino ha espresso al meglio le sue caratteristiche.

I vini assaggiati sono stati Dolcetto d'Alba 2004, un assemblaggio di uve di 4 vigneti diversi; Barbera d'Alba 2003 prodotto con uve di vigneti di Novello e Monforte d'Alba; Nebbiolo d'Alba 2003 2002 vigneto Valmaggiore di Vezzo d'Alba nel cuore del Roero; Barolo Le Vigne 1999 da uve derivanti da diversi vigneti di nebbiolo; Barolo Cannubi Boschis 2001 fiore all'occhiello dell'azienda con uve provenienti da un solo vigneto.


 



Per il pranzo di mezzogiorno ci siamo trasferiti nel distretto del Dolcetto di Dogliani a Farigliano con visita alla cantina Gillardi. Qui abbiamo assaggiato Dolcetto Dogliani Vigneto Maestra 2003; Langhe Harys 2002; Langhe Yeta 2001 e una tavolata di formaggi piemontesi.

Visita alla cantina Paolo Saracco a Castiglione Tinella e assaggio di Moscato d'Asti, Moscato d'Autunno di cui anche l'annata 1999, e Langhe Graffagno (riesling-sauvignon).

Concludiamo questa seconda giornata con la cena al ristorante Da Bardon con cucina tradizionale e in abbinamento alcune Barbera d'Asti di diverse aziende tra cui l'azienda Scarpa.



La mattina del terzo giorno siamo stati ospitati da Angelo Gaja a Barbaresco.

Dall'esterno la cantina sembra un bunker con un cancello di ferro tutto chiuso e un cartello con la scritta " non sono ammessi visitatori", ma noi, grazie ai contatti della nostra bravissima delegata Delfina, sì.

 

Siamo stati personalmente accolti da Angelo Gaja che ci ha dedicato l'intera mattinata facendoci visitare la cantina e guidato la degustazione. Anche Gaja è un produttore che sacrifica parte della produzione per arrivare alla qualità eccelsa mediante abbattimenti vertiginosi della resa per ettaro e che segue le più rigide regole enologiche.

Grazie alle sue tecniche innovative, al suo coraggio e tenacia ha fatto del suo Barbaresco un vino di fama internazionale. L'azienda possiede circa 100 ettari di vigneti ubicati in parte a Barbaresco e Neive ed in parte in area Barolo a Serralunga d'Alba e La Morra; ha una proprietà a Montalcino col nome Pieve S. Restituta, e una a Castagneto Carducci col nome Cà Marcanda.
I vini degustati:
1. Alain Brumont 2004 (Francia) vitigni: gros manseng e sauvignon
2. Gaia & Rey 1994 ( il nome della figlia e della nonna)
3. Rosemount (Australia) Syrah 2003
4. Brunello di Montalcino Sugarille 1997
5. Sperss 2001
6. Joseph Phelps (California) Insignia 1999 vitigni: cabernet sauvignon e merlot
7. Barbaresco Sorì Tildin 1985
8. Champagne Gosset Brut Grand Rosé
Gaja oltre alla distribuzione dello Champagne Gosset ha anche quella dei cristalli Riedle.

Per la pausa pranzo ci siamo spostati a Isola d'Asti al ristorante Cascinale Nuovo guidato dai fratelli Ferretto con una cucina tradizionale regionale ma rielaborata in forma innovativa.
Il menù:
APERITIVO: con Spumante Brut 2000 Castello di Neive e vari stuzzichini;
ANTIPASTO: millefoglie di lingua di vitello e fois gras, dadini di gelatina al Porto; antipasto piemontese di verdure al pomodoro con uovo affogato e ventresca di tonno con Piemonte Chardonnay Palmè 2003 dell'azienda Trinchero;
PRIMO PIATTO: Risotto al verde con fave asparagi piselli e piccola piramide di formaggetta di Roccaverano con una Barbera d'Asti Favà 2001 Tenuta Garetto;
SECONDO PIATTO: Lombatina di agnello farcita di melanzane e foglioline di menta sempre con la Barbera d'Asti Favà 2001 Tenuta Garetto;
DESSERT: Millefoglie ai frutti di bosco, panna cotta con nocciole tostate abbinati a Moscato d'Asti 2004 Piasa San Maurizio dell'azienda Forteto della Luja.


Ultima cantina da Braida di Giacomo Bologna a Rocchetta Tanaro, dove i figli di Giacomo, Raffaella e Giuseppe continuano con lo stesso entusiasmo ad elevare la barbera allo status di nobiltà e di qualità come aveva fatto il padre.

 

Infatti con l'uscita nel 1978 del Bricco dell'Uccellone, Giacomo Bologna rivelò al mondo intero le capacità qualitative della barbera sino ad allora buona solo per asperrimi frizzantini.
I vini assaggiati: Barbera del Monferrato La Monella 2003; Grignolino d'Asti 2003; Monferrato Rosso Il Bacialè 2002; Barbera d'Asti Bricco della Bigotta 2001; Barbera d'Asti Bricco dell'Uccellone 2001; Brachetto d'Acqui 2003.



Bene, il nostro tour de force è terminato, c'è da dire che è stata dura assaggiare tutti questi vini, ma ne è valsa sicuramente la pena: non capita spesso di bere vini così importanti!

Aspettiamo di conoscere la meta della prossima gita, ma siamo certi che non resteremo delusi.

Daniela Guaragni (Sommelier Professionista)

 


 

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