Degustazioni dell'Azienda Querciabella

fatte durante un convivio al

Ristoro di Lamole

 

Il nostro menù del 19 maggio 2003

  • Antipasti
    • Crostini misti casalinghi (pomodoro, fegato, funghi)
  • Primi Piatti
    • Crespelle alle zucchine gratinate con pomodoro e parmigiano
    • Ravioli di robiola ed erba cipollina con crema di barbabietole rosse
  • Secondi Piatti
    • Tagliata di manzo alla griglia con rucola
    • Verdura, patate al rosmarino
  • Dolce
    • Sfogliatella di pere calda
 
 
 
 

I vini degustati

  • Batar 2001 e 1996 (13,5°)
    • Chardonnay 65% - Pinot Bianco 35%
  • Querciabella 2001 (13,5°) Chianti Classico DOCG
    • Sangiovese 95% - Merlot, Syrah e Cabernet Sauvignon 5%
  • Palafreno 2000 (14°)
    • Merlot 55% - Sangiovese 45%
  • Camartina 2000 - 1999 e 1997 (13,5°)
    • Sangiovese 60% - Cabernet Sauvignon 35% - Merlot e Syrah 5%

 

 
 
 
     
     

Pensieri sulla degustazione dei vini dell'Azienda Agricola Querciabella

del 19 maggio 2003

Ho bevuto un bianco che si comportava come un rosso,
vorrebbe essere scaraffato e servito a temperatura ambiente,
è un vino longevo che ti da sensazioni di estasi avvolgente,
lo stesso suo nome lo dice, Batar"d", va controcorrente.

 

Il senso della vite.

Mi piace immaginare di vedere la crescita di un grappolo di uva che nasce nel Territorio del Chianti, in quel di Greve, viene allevato in modo sufficientemente buono da mani forgiate da tanti anni di lavoro in vigna, che lo aiutano nella crescita, curandolo ogni giorno della sua vita con una precisione maniacale, cresce in armonia con il suo ambiente in qualsiasi condizione atmosferica, impara a stare con gli altri suoi amici grappoli, con i quali conosce le gioie e le sofferenze che la vita ti dona.

Man mano che cresce, impara ad avere fiducia delle persone che lo fanno diventare adulto, una volta maturo allarga i suoi orizzonti, sa di essere dolce, ma percepisce che la sua vita sarà ancora lunga, viene manipolato e condizionato, si affida a mani sapienti che lo trasformano in un liquido assieme a nuovi amici con i quali ruba tutto quello che può dall'ambiente che lo circonda, a volte ciò provoca amarezze, ma va avanti, incomincia a capire e riesce a trasformarsi da solo in qualcosa di singolare.

Passa ancora un lasso di tempo abbastanza lungo, vuole esprimere le sue idee, sa di avere valore, ma comprende che per diventare grande deve farsi piccolo, prende pochi fidati amici e riesce ad affinarsi, vedendo con chiarezza ciò che gli succede intorno.

Arriva il giorno che decide di trasmettere tutta la sua sapienza, e lo fa in maniera sublime, non da nulla per scontato, ogni minuto che passa ti da delle sensazioni diverse, ti parla, pone degli interrogativi, fa nascere dei dubbi, crea interessi intorno a sé, ti fa capire con quanta gioia, pazienza, sofferenza, partecipazione, consapevolezza, coerenza, chiarezza, esasperazione è stato creato, ma soprattutto con quanto amore e passione è stato allevato, e lui, vino bianco in una terra di vini rossi, ti ritorna tutto ciò che ha ricevuto con lo stesso amore e la stessa passione, e ti fa capire l'importanza della sua esistenza, e quanto tu sei importante in quel momento, in un così affascinante scambio di idee.

Il tutto in un semplice, ma mai banale, calice di-vino.

Per concludere un affettuoso ringraziamento al carissimo Dottor Sebastiani, mai definizione "sbagliata" fu più esatta.

Noi vorremmo chiamarLa per nome, perché così avremmo il piacere di averLa come amico, per noi Lei è un dottore, perché è come un chirurgo che salva "vite" umane, e allo stesso tempo trasformiamo il suo nome in cognome, per il rispetto e l'ammirazione che Le portiamo per il Suo lavoro che ci ha permesso di bere un calice di una Sua creatura, che ci ha regalato e trasmesso una così intensa emozione.

Prosit.

Enrico Moretti

 
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